L’artista
Nata a Brescia nel 1971, Antonella Salvadore matura la sua prima formazione artistica frequentando il DAMS di Bologna; in seguito approfondisce la conoscenza del restauro, al quale si dedica per diversi anni. Nel 2007, sentendo crescere l’esigenza di tornare all’aspetto più creativo del suo lavoro, si iscrive alla LABA – Libera Accademia di Belle Arti di Brescia, presso la quale consegue il diploma accademico in Pittura nel 2012 con una tesi dedicata alla tecnica video dello stop-motion (dal titolo Stop motion: arte tra evocazione e τέχνη). Espone per la prima volta a Bologna nel 2002, ma è soprattutto dal 2009 che la sua attività espositiva si intensifica: dopo aver partecipato a diverse rassegne collettive (tra cui la mostra Marco Polo presso la Casa dei Carraresi di Treviso, 2009), nel 2012 allestisce presso il Monastero di San Pietro in Lamosa di Provaglio d’Iseo la sua prima esposizione personale (significativamente intitolata Etere), in occasione della quale tra l’altro presenta le sue sperimentazioni nel campo del video, a cui negli ultimi anni si è dedicata con particolare assiduità. Nel 2013 allestisce a Brescia una seconda rassegna personale negli spazi di Progetto Tangram, presentando in particolare il video In corpore, che dà il titolo alla mostra e che nello stesso anno viene premiato al Festival Paratissima di Torino. Dopo aver conseguito una menzione speciale per valore artistico per il video Un angelo per Brescia al Filmlabfestival di Brescia nel 2013, nel 2014 comincia a dedicarsi anche al teatro, svolgendo tra l’altro una residenza d’artista al Teatro Valle di Roma e collaborando con il Teatro delle Misticanze di Brescia e con il Teatro Magro di Mantova. Vive e lavora a Brescia.
Analisi Critica
Esplorando il lavoro recente di Antonella Salvadore, appare subito chiaro come esso si declini indifferentemente – e sia pur mantenendo sempre una sua netta coerenza interna – secondo media e modalità espressive diverse, che vanno dalla grafica disegnata e incisa all’illustrazione, per giungere infine (e in questo caso, si potrebbe aggiungere, con particolare efficacia) alle nuove tecnologie, e più precisamente al video realizzato in stop-motion. Eppure, nonostante questa abbondanza di tecniche e di percorsi, nella sua opera la pittura – “primo amore” della sua formazione – appare ancora oggi un’attività davvero centrale, che non solo continua ad occuparla costantemente, ma che soprattutto si può considerare il leitmotiv della sua intera produzione, poiché di fatto anche i suoi lavori più tecnologici nascono sempre, in ultima analisi, dal concreto atto del dipingere, che mantiene in maniera molto evidente un suo ruolo privilegiato e pressoché insostituibile.Posto questo, è allora chiaro che per cercare di penetrare il significato della sua opera, e per indagare le specifiche modalità operative e anche “concettuali” del suo processo creativo, conviene parlare in primo luogo della sua opera dipinta. Innanzitutto, va detto che la sua è una pittura rapida, immediata, gestuale, che scarica sul supporto – spesse volte cartaceo – un’energia emotiva e psichica che vive di accensioni improvvise ed accetta quale completamento del lavoro anche una certa componente di casualità: «La mia pittura», sostiene la Salvadore, «per molto tempo è stata solo acqua e pigmento. L’acqua essendo fluida non è completamente controllabile e mi permette di farmi da parte, in modo da consentire che la forma si riveli da sé, come se le mie mani fossero sensori, antenne». Inoltre, è una pittura che sembra non trovare soddisfazione nell’utilizzo di un solo mezzo, e vive al contrario di una molteplicità di interventi parziali realizzati – e anzi verrebbe da dire vitalmente esperiti – con strumenti e materiali diversi (china, acrilico, pastelli, acquerelli, pesante pittura da imbianchino, ed altro ancora). Ebbene, tutto questo risulta assai funzionale all’espressione di un dramma che le opere portano con sé quasi fisicamente: i segni si avviluppano contorcendosi, le spatolate si addensano in grumi pesanti, gli stessi pastelli ed acquerelli – che la tradizione ci ha fatto conoscere quali media “gentili” – producono macchie potenti e nervose. Così, già solo in virtù del modus operandi con il quale le opere vengono realizzate, le figure che la Salvadore proietta nei suoi lavori vivono necessariamente di una sorta di “male oscuro”; e non stupisce affatto, allora, di rintracciare in esse anche dei riferimenti ad artisti altamente perturbanti, per cui nei visi, ad esempio, si colgono fisionomie pontormiane dagli ovali imperfetti e solcati da occhi profondamente incavati, rilette però attraverso una riflessione che appare condotta sui modelli della figurazione più inquieta del secondo Novecento, da Bacon a Giacometti, da Sutherland e Kiefer, o forse – ancora meglio – condividendo in maniera istintiva le atmosfere del realismo esistenziale di un Franco Francese, di un Ferroni, di un Banchieri: non a caso, rileggendo la propria opera di quegli anni, la stessa artista racconta come il suo lavoro intendesse in primo luogo «far emergere “il vero volto delle cose”, ovvero ciò che sta sotto la maschera sociale degli individui o la loro interpretazione della realtà, determinata dalla griglia culturalmente imposta e assunta passivamente in modo acritico. In qualche modo il deforme, l’incompiuto, erano uno specchio più lucido e reale della falsa immagine di sé e del mondo che l’individuo proietta costantemente».Dunque, da questi lavori pittorici la tragicità del vivere straripa in tutta la sua urgenza anche corporea e dolorosa; tuttavia, per la Salvadore la vita è anche altro: è anche slancio, è anche leggerezza. Ed è per questo che ha scelto di sperimentare il video in stop-motion (specialmente nella variante di desctructive animation utilizzata ad esempio da Kentridge o dal polacco Piotr Dumala): perché montando quali “fotogrammi” della composizione i suoi disegni e dipinti, e cioè offrendo al proprio segno la temporalità della musica e il movimento della danza, ecco che il dramma – che pure si continua a percepire – se non altro si stempera, guadagnando nell’occhio e nel cuore dell’osservatore uno spazio morale meno angoscioso, e semmai tale da suggerire l’obiettivo forse utopico di una speranza di serenità o ancora la ricerca di un sacro inteso in senso lato, quale «scintilla dell’anima» alla Meister Eckhart o quale irruzione nella vita – direbbe Rudolf Otto – del totalmente altro. Non si tratta più, quindi, di rapportarsi con «il quadro come opera compiuta, come traguardo», ma piuttosto con «il video come testimonianza di un’azione, di una tensione», perché tutto il processo in cui esso si esplica («l’atto segnico in sé, la formazione di un segno e la sua cancellazione che diventano opera») consente all’artista di collocarsi – tramite la narrazione che ne deriva – «più vicino alla vita, alla verità delle cose». D’altra parte, però, il senso di frammentarietà che è inevitabilmente connesso alla tecnica dello stop-motion ci riporta, ancora una volta, ad una intensa interpretazione del mondo, presentandosi cioè – in un certo senso – quale contraltare delle immagini per certi versi quasi “svaporate” e spirituali della pittura: una frammentarietà irrequieta che è caratteristica dei nostri anni, e che nelle opere di Antonella Salvadore permea in tutta la sua potenza tragica e dolorosa.
Le opere
I tre dipinti “Senza titolo”, che sono destinati in futuro a divenire essi stessi “fotogrammi” di un nuovo video, sono già in sé pienamente autonomi e compiuti, e testimoniano della ricerca della Salvadore in direzione di una figurazione macerata e dalla forte componente esistenziale.
Il video “In corpore”, già premiato al Festival Paratissima di Torino, denota invece una particolare sensibilità per il “racconto”, coniugata con una coerente ricerca grafica e pittorica che si pone tuttavia – persino per certi versi snaturando la propria componente più angosciosa – al servizio di uno sguardo più lieve sul reale.
Borsino
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Autore: Antonella Salvadore |
Titolo: Senza titolo |
Dimensione: 100 x 70 |
Anno: 2014 |
Tecnica: Tecnica mista su carta |
€ 700,00 |
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Autore: Antonella Salvadore |
Titolo: Senza titolo |
Dimensione: 100 x 70 |
Anno: 2014 |
Tecnica: Tecnica mista su carta |
€ 700,00 |
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Autore: Antonella Salvadore |
Titolo: Senza titolo |
Dimensione: 100 x 70 |
Anno: 2014 |
Tecnica: Tecnica mista su carta |
€ 700,00 |
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Autore: Antonella Salvadore |
Titolo: In corpore |
Video in stop-motion, min 2’19’’ |
Anno: 2013 |
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» Guarda |
€ 1000,00 |
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