La Costruzione del Colore
Ipotesi per la composizione del “colore dei colori”
Il colore di Martina Morin assume la gaia dimensione di una sintassi tonale e di un sistema “musicale” che insegue la cromia globale di un’espressione complessa.
La sua forma pittorica si svolge così nell’aggregazione caleidoscopica del “gioco” mediato dalle lacune e dalle lastre piane, che nella combinazione delle singole cromie propongono una stesura di accenti variabili e conseguenti; tali procedimenti possono evolversi nel campo infinito dei logici contatti e delle inedite intuizioni, nei percorsi fatali che conducono all’inafferrabile armonia della Bellezza.
Riviviamo in questo sistema le suggestioni dell’eleganza cortese del mondo gotico internazionale, così come scorgiamo soluzioni di frammentazione che si assimilano alle lezioni della scuola fiamminga o alle tendenze del primo manierismo della trascorsa civiltà nostra.
Si associano in tal caso agli smalti dei colori primari e alle foglie d’oro le forme essenziali delle semplici falde e delle lucenti “squame”, che costruiscono il fantasmagorico mosaico figurativo, qui assimilato nella sua intima ragione e nel suo evidente significato espressivo.
In questo mondo assortito e rigoglioso, inseguito e rappresentato da questa giovane artista, allieva dell’Accademia di Belle Arti di Verona, affiora così una possibile nuova primavera della Decorazione, di cui riconosciamo la logica e l’intuizione pulsante proprio all’interno di questa nuova e magica legge della figurazione.
Riccardo Cecchini, Verona, 13 Aprile 2014