ANNA GILI
LA PAROLA AL DESIGNER
Il guardare fuori apre la vista su ciò che ci circonda, sul mondo esterno. Se guardo dentro di me cerco di mettere a fuoco un paesaggio interiore, meno tangibile di quello che osservo esternamente. In realtà cerco di visualizzare quello che sento attraverso l’associazione di immagini nell’ immediato volgere lo sguardo al di fuori. Nel progetto “WONDERLOFT” ho cercato di rendere visibile un paesaggio interiore di natura animista-panteista. Le strutture di un ex magazzino industriale sono i punti di riferimento per uno studio ingegneristico del colore, applicato all’interior design. L’approccio al progetto è collegato alle mie ricerche di carattere antropologico sullo studio della fisiognomica, applicata allo spazio. Il progetto del colore perciò non è separato dalle strutture del luogo, ma nasce per e su quel tipo di habitat- edificio.
[M.U.C.H. – Anna Gili, Umbria 2010]
Il loft è concepito come un openspace nel quale è possibile circoscrivere i vari ambienti, tramite un sistema di porte scorrevoli simili a quinte teatrali.
Gli spazi sono a loro volta caratterizzati da differenti cromatismi ispirati alle geometrie di Mondrian, ai colori dell’iconografia indiana e ai colori tropicali per l’ambiente bagno. Il mix potrebbe spaventare qualsiasi architetto, in quanto antepongo al linguaggio architettonico la memoria del luogo e l’aspetto psicologico che lo spazio rappresenta, ovvero una identità originaria che dovrà essere condivisa dalla persona che l’abiterà. Nel progetto M.U.C.H., Magic Umbria Country House, le pareti esterne di una casa costruita in mezzo ad un bosco umbro non distante da Orvieto, nella valle del Tevere, diventano il supporto di una fauna figurativa da savana. Un leone dai tratti antropomorfi con alcune scimmie sorridenti, guardano con curiosità il bosco, habitat non naturale per questi animali.
La loro presenza, nei colori e nelle forme, interrompe l’intensità dei verdi e degli argentei colori dei lecci e degli ulivi che circondano la casa, anomala e statica presenza imposta al luogo. Il bosco si anima e si popola di un arredo faunistico che accompagna quello vivo ed esistente, percepibile attraverso i suoni armoniosi e inquietanti con i quali le numerose creature diurne e notturne dialogano tra di loro. In questo tipo di paesaggio l’ascolto prevale sullo sguardo, come San Francesco esprime nel Cantico delle Creature.
Questo mio progetto vuole essere un omaggio alla cultura visionaria fortemente legata al genius loci, visibile seppur in maniera frammentata in alcuni importanti siti: “Il Magico Bosco”, lo straordinario giardino prebarocco a Bomarzo, la Scarzuola di Tommaso Buzzi a Montegabbione, Il Giardino dei Tarocchi di Niki De Saint Phaille a Capalbio e attraverso le architetture di Mario Ridolfi nella città di Terni.
Anna Gili
[M.U.C.H. – Anna Gili, Umbria 2010]