(Ita) Anna Gili – Animalove
IL MONDO DI ANIMALOVE NELLA CULTURA E NEL MONDO DEL DESIGN COREANO CONTEMPORANEO
Sono stata invitata in Corea varie volte per la presentazione di una serie di mostre sul mio lavoro, di cui la mostra “Animalove”, allestita all’Arts Center Museum, che ha coinvolto la municipalità della città di Seoul, con il patrocinio dell’Istituto di Cultura Italiano. Mi è capitato anche di condurre un workshop nella storica e prestigiosa Kookmin University di Seoul.
Il tema scelto, portava lo stesso titolo della mia mostra: ANIMALOVE, che è anche il titolo del mio libro I, edito da Lupetti. Nel libro, illustro tutto il mio lavoro nel design legato alla zoosemiotica e ispirato al regno animale.
L’amore per gli animali è un tema trasversale che riguarda tutte le età e tutte le culture. È un argomento che può essere facilmente applicato al graphic design, ma anche al progetto tridimensionale e, nel workshop da me condotto, era riferito al product design.
Ho cercato di trasmettere agli studenti coreani un approccio al progetto e una metodologia di lavoro affine più al pensiero che alla tecnica, alla cultura del segno invece che al virtuosismo formale e al valore simbolico dell’oggetto invece che a quello commerciale.
Il pensiero di una designer, così lontana geograficamente e culturalmente dal loro mondo, è coinciso con un confronto affascinante sia umanamente che sul progetto.
L’esperienza coreana, come è mi già successo viaggiando in vari luoghi del mondo, mi pone di fronte alla visione che un altro paese ha della nostra cultura. È una visione dall’esterno e non dall’interno: cambiano i parametri.
Il design italiano è visto come un’importante riferimento: un design “felice”, colorato, che in maniera geniale è riuscito ad andare oltre “l’insuperabile” relazione forma-funzione, ben strutturata dal movimento Modernista. Sappiamo che questo “modo italiano” è di matrice umanista e che deriva in maniera diretta dallo straordinario patrimonio culturale e artistico.
In Asia, però la valenza umanistica del design è poco comprensibile.
Il design italiano è famoso in quest’area grazie soprattutto alla divulgazione avvenuta attraverso la commercializzazione dei prodotti delle aziende leader del design italiano.
I sistemi di informazione come riviste e magazine, in questi ultimi anni non hanno svolto, a mio avviso, un lavoro di informazione culturale sul design, ma hanno avuto un ruolo rilevante per la promozione e per la divulgazione del made in Italy.
Il brand è dunque la keyword, che garantisce la qualità del design nei paesi asiatici, molto più evoluti di noi dal punto di vista del marketing e della vendita nel mercato globale.
Cosicché a fronte di una mancata risposta agli effetti di una carente informazione sulla cultura del design, il mondo globale rischia di cancellare di fatto la nostra stessa storia, che nel linguaggio e nella qualità della forma ha vantato e vanta ancora oggi un indubitabile primato di prestigio e di tradizione secolare. Stili del mondo classico, nordico, orientale, che trovano qui la loro irripetibile combinazione, eclettica ed organica, all’interno di un prorompente scenario magico ed onirico.