RITRATTO MINIMALISTA
QUANDO IL SEGNO RICONDUCE LA REALTÀ ALL’ESSENZIALE, NELL’EVIDENZA DELLA FORMA.
Ritratto minimalista: rappresentazione fedele ma sintetica della realtà, forma di scrittura in cui il segno grafico rappresenta l’oggetto della visione sfruttando la naturale capacità dell’uomo di ricordare le informazioni se trasformate in immagini-icona, che nella società contemporanea vanno ad affiancarsi al linguaggio del ritratto tradizionale.
La sintesi progettuale nel ritratto è resa possibile dalle tecniche che tendono a rappresentare in forma grafica di “pittogramma” i simboli stessi della nostra società (desunti dal mondo dell’arte, della musica, dello spettacolo o altro) fissandoli nel linguaggio visivo contemporaneo.
Le diverse tecniche artistiche, grafiche e digitali permettono non soltanto una riproduzione dei tratti distintivi del soggetto, ma anche una raffigurazione grafica essenziale – minimalista, appunto – che attraverso i soli elementi caratterizzanti rende inconfondibile la rappresentazione del soggetto ritratto.
Possiamo, per esemplificare, riferirci al Self portrait di Marcel Duchamp ritagliato nella carta come un semplice profilo in bianco e nero, fonte di ispirazione – insieme ai disegni dei decori di matrice islamica e alle sinuose curve dell’Art Noveau – per il ritratto senza tempo di Bob Dylan, eseguito da Milton Glaser e reso inconfondibile – se pur inizialmente non apprezzato dal cantante americano – dal famoso poster del 1967 venduto in 6 milioni di copie e divenuto un’icona della gioventù negli anni ’60 -’70.
Lo stesso pathos emozionale suscitato dalle opere dei grandi maestri del passato accompagna il percorso solitario degli artisti figurativi contemporanei che ancor oggi, come già Milton Glaser, affrontano nuovi percorsi artistici e danno vita ai loro progetti ricorrendo al disegno realizzato con strumenti tradizionali (carta, penna, matita, pennello), prima di tradurli ed elaborarli definitivamente con i mezzi digitali.
Elena Cecchini
[Marcel Duchamp – Autoritratto, 1950 / Milton Glaser – Bob Dylan, 1966 / Ale Giorgini – Marilyn Monroe, 2012]