PER UNA FISIONOMIA DELL’ARREDO CONTEMPORANEO

EFFIGIE E FIGURA NEL MOBILE MODERNISTA.

Si evidenzia, nel mercato globale del mobile d’oggi, l’insorgere del fenomeno inatteso e originale del “restyling”, che affida ad un artigianato post-industriale i destini della riqualificazione strutturale e visiva delle forme desuete del modernariato.

La remota produzione oggettistica, relativa agli anni compresi tra il 1930 e il 1950, viene infatti generalmente emarginata dalle più esigenti tendenze estetiche contemporanee per la gravità delle sue masse e per l’impatto dei suoi ingombri, che spesso malamente si misurano con gli spazi e con i gusti degli ambienti correnti e che solo in parte, a volte con una sottile vena di gioco e di sottesa ironia, riescono ad imporre la linea delle provocatorie sagome di grande robustezza e di inedita estensione negli ambienti protetti dell’oggi.

Il desiderio d’intervenire e di rigenerare l’identità di queste strutture ripropone una vivace tendenza di riappropriazione e di caratterizzazione della forma  che rilancia il percorso perduto dell’empatia, dell’individualità e dell’emozione fra l’oggetto prescelto ed il suo accorto fruitore.

La distruzione della fisionomia oggettuale ha annullato ormai da tempo la cognizione della memoria storica che, fra la qualità del finimento e il percorso estetico della figurazione, ci ha abituato in passato a godere del ritratto e nella sostanza di un design che esalta le linee di ogni soluzione estetica e funzionale.

Le antiche e le moderne proposizioni che legano la figura, e quindi il ritratto naturalistico, alle soluzioni geometriche degli oggetti, saldano le esperienze del puro artigianato  storico e tradizionale alle linee spesso sintetiche ed artificiali di un’Art Déco, che hanno mosso la ricerca del ‘900 a partire dalla Mostra Universale delle Arti Decorative di Parigi del 1925, di cui è lecito ricordare, a mero titolo di esempio, l’edizione delle  figurazioni e dei “ritratti” oggettuali di E. Gray, di E. J. Ruhlmann e di A. A. Rateau, che aggiornano le straordinarie e pregresse soluzioni zoomorfe di esito Art Nouveau di E. Gallé e di A.Endell.

Nella modernità ricorrono l’dea e l’aspirazione ad un nuovo design semiartigianale e personalizzato per il futuro, in cui i nuovi oggetti – affini alle esperienze e alle ricerche di nuova avanguardia di Paolo Portoghesi, di Alessandro Mendini e di Anna Gili – possano fornire risposte adeguate all’urgente domanda qualitativa, risolvibile con il recupero della cultura e del mestiere del nostro più autorevole artigianato tradizionale.

Riccardo Cecchini

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[Piero Fornasetti – Piatti Tema e Variazioni, 1960]